GG alla casa di Anna Frank

Sul nostro palco la sua disposizione non ricalcava molto fedelmente la realtà originale del ‘retrocasa’. Il nostro salotto, la cucina posta a fianco e le ampie scale che portavano vagamente ‘di sopra’ non corrispondono ai sei piccoli locali, disposti su tre piani, collegati da ripide e strette scale, abitati da Anna e gli altri 7 ospiti per più di due anni. Qualcuno di noi si era studiato così bene la materia da avere in chiaro quasi centimetro per centimetro gli spazi della casa sul retro della Opekta di cui Otto fu direttore. Circa la metà della nostra ‘troupe’ (attori e tecnici) ha potuto a fine giugno essere ad Amsterdam a visitare proprio gli spazi di Prinsengracht 263. Al nascondiglio si arriva dopo un percorso introduttivo museale che attraversa gli spazi della ditta fino a giungere alla porticina nascosta dalla scaffalatura. L’introduzione dell’audioguida ci ha riportato a tante frasi dei protagonisti che sul nostro palco hanno raggiunto il pubblico attraverso la nostra voce, strano sentirle registrate in italiano da voci diverse. Differenti gli spazi, altre le voci, ma identica la sensazione di aver sfiorato la Grande Storia ... di aver ricevuto in dono un testo straordinario, sia l’originale sia il nostro adattamento, che non ci appartiene ma che è entrato (e rimarrà) in modo straordinario nelle vite di ciascuno, una storia della quale ci sentiremo sempre partecipi.    

dM

 

 

da: donmarconotari.blogspot.ch


Entrando nella casa di Hanna Frank ho riempito le varie stanze vuote con le battute del nostro teatro e così, viaggiando nel tempo, ho tentato di rivivere qualche momento legato a quel luogo e a quel periodo.

Lucas


È diversa da come la pensavo.

Matilde


Sinceramente non pensavo che vedere il rifugio mi avrebbe davvero dato così tante emozioni. In particolare c'è una frase che continuavo a ripetere a me stesso durante la visita: "è stato tutto reale". Sì, è stato tutto reale. Otto persone si sono davvero nascoste per due anni in una soffitta, senza poter fare rumore o guardare fuori dalla finestra, per provare a sfuggire a un autentico massacro. Solo in quel momento credo di aver realizzato completamente l'importanza del messaggio di speranza che il diario di Anna Frank deve portare a tutto il mondo. È vero, è stato tutto reale, ma "credendo nell'intima bontà dell'uomo" possiamo evitare che cose del genere accadano di nuovo.

Giovanni


Entrare nella soffitta è stato come essere travolti da un tornado di emozioni tutte da riscoprire, sentivo rivivere ogni risata, ogni pianto, ogni litigio, ogni amore, cercavo di immaginarmi le scene avvenute in quella casa, poter osservare i biglietti e le foto attaccate alla parete mi è sembrato di averli ancora tutti lì con me, tutti salvi.

Alice


Entrare ti dà quel senso di intrusione e colpa sulla pelle, come se fossi lì per strapparli dal loro nascondiglio di nuovo.

Luca