Rosario quotidiano - ottobre

Sabato 29 settembre, la sala stampa della Santa Sede ha reso noto in un comunicato la richiesta di Papa Francesco di "unirsi  in comunione e in penitenza, come popolo di Dio, nel chiedere alla Santa Madre di Dio e a San Michele Arcangelo di proteggere la Chiesa dal diavolo, che sempre mira a dividerci da Dio e tra di noi" pregando quotidianamente il rosario per tutto il mese di ottobre, concludendo la preghiera con l'antifona mariana "Sub tuum presidium" e l'invocazione a S. Michele Arcangelo.

 

Come comunità parrocchiale invitiamo tutti a unirsi a questa preghiera quotidiana che desideriamo sottolineare e rendere comunitaria ogni giovedì di ottobre mezz'ora prima delle due messe feriali:

tutti i giovedì di ottobre

ore 8.30 e 19.15,

prima delle S. Messe feriali in collegiata,

guidato dal sacerdote celebrante

    

Anche gli altri giorni della settimana le S. Messe feriali sono anticipate dalla preghiera del Rosario ma dipendono dai presenti e dall’iniziativa personale. 

 



don Mauro Leonardi così commenta la preghiera del rosario martedì 2 ottobre su Avvenire (articolo completo):

Ogni religione ha il proprio arsenale di preghiera litanica, e il Rosario è l’armamentario cattolico. Esso nasce quando diventa impossibile recitare i 150 salmi: al posto di 150 salmi, 150 Ave Maria. Recitare l’intera salmodia era impossibile quando, col cristianesimo, la preghiera esce dal luogo e dal tempo sacro – quello del monaco, quello del tempio – per entrare nella vita quotidiana. Quella di chi non può portarsi in giro i rotoli della Bibbia perché, oltretutto, non sa leggere. Ma quale riassunto migliore degli interi salmi se non le parole del Vangelo?

Il Padre nostro, inventato da Gesù, e l’Ave Maria, costruita con le parole rivolte alla Madonna da san Gabriele e da Elisabetta. Il Rosario come l’antifona Sub tuum praesidium, insomma, sono le preghiere cristologiche per essenza, proprio perché sono le preghiere mariologiche per essenza. Hanno solo il pregio – che per certi dotti e i sapienti è un difetto – di essere semplici, quotidiane, capaci di assumere la forma della nostra giornata. Perché si possono recitare coi blue jeans strappati in metropolitana, e non importa se t’interrompi perché tanto ricominci, o se ti distrai, visto che fin da bambini l’abbiamo sempre detta da distratti, sorvegliati dalla nonna che ci faceva districare l’Ave Maria dai Padre nostro con cui regolarmente la ingarbugliavamo.