Sbloccare il Natale

di don Alessandro Pronzato

 

Dobbiamo, a ogni costo, “sbloccare” il Natale. Guai se non lo facciamo. Ne va di mezzo la nostra missione.

Il nostro compito è di trasformarci in luce. Che quella luce ci penetri intimamente, ci trasformi, ci renda trasparenti. E gli uomini la possano contemplare in noi e rimanere abbagliati, sentirne tutto il fascino e resistere alla tentazione di chiudere gli occhi.

Trasformarci in gioia. Non essere gli arcigni, ringhiosi, severi e macabri custodi della verità. Non abbiamo il compito di essere dei carcerieri, dei poliziotti, ma dei testimoni della gioia. Far capire che il messaggio di Cristo è un messaggio di salvezza, non di condanna. Un messaggio di liberazione, non di oppressione. Un messaggio di gioia, e non di tristezza.

Trasformarci in dono. A Natale si usa fare dei doni. Montagne di regali, quintali di carta elegante, chilometri di filo dorato, biglietti di auguri grossi come lenzuoli. Crediamo di sdebitarci così verso le persone cui dobbiamo riconoscenza. Ma è troppo facile, troppo comodo. Come cristiani abbiamo il dovere, non di fare dei doni, ma di trasformarci in dono. Far sì che la nostra vita sia un dono senza riserve. Per tutti. Perché tutti gli uomini sono nostri creditori. Perché ciascuno di noi è debitore verso tutti gli altri. Soprattutto dobbiamo avere il coraggio di specchiarci in quelle tre righe di Luca. Di trovare quella semplicità. Smontare il nostro Natale mastodontico e macchinoso. Per riscoprire quello autentico. Arricchirci di quella povertà. Forse più che la gioia, dobbiamo imparare la tristezza del Natale. E il rimorso di averlo guastato.

da “Vangeli scomodi”