Bollettino primavera 2021 - Editoriale

Attesa di risurrezione

È passato più di un anno da che la pandemia ci ha obbligati ad uno stile di vita che ha sconvolto le nostre abitudini. La mancanza di relazioni «in presenza», la malattia, i lutti, la paura, le necessarie precauzioni hanno segnato nel profondo tutti: anziani e bambini, famiglie e comunità parrocchiale. E non è finita… Tutti speriamo che il vaccino, la primavera e poi l’estate, portino non dico alla normalità ma per lo meno ad una vita più regolare e sociale.
Il nostro comune è stato tra i più toccati nei contagi, nelle ospitalizzazioni e, purtroppo, nel numero dei decessi (lo noterete nell’elenco dell’anagrafe di questi ultimi due mesi: spaventoso!). Ho pensato di proporre in questo Bollettino, più avanti, l’articolo-intervista de La Regione Ticino che riporta l’esperienza toccante e sofferta della famiglia Taborelli: è come il simbolo e il riassunto della sofferenza diventata comunitaria.
Saremo segnati nel corpo (penso per esempio ai nostri ospiti del Centro Anziani, quasi tutti debilitati dalla reclusione e dall’inattività che si sono prolungate per lungo tempo) e soprattutto nell’animo, per il resto della nostra vita.
Io stesso sono risultato positivo, anche se con sintomi leggeri, nei giorni di Natale e ho dovuto rinunciare alle Celebrazioni più care dell’anno. Mi sono costati, come potete immaginare, la reclusione e il riposo forzato. Ho avuto l’impressione che il Signore mi chiedesse di sentire «l’odore delle pecore» come dice Papa Francesco riferendosi ai Pastori nella Chiesa, condividendo sulla mia pelle la fatica e la sofferenza di tanti parrocchiani.
Ora è il tempo della speranza e della ripresa, anche se sarà lunga e parziale. Abbiamo voglia di «risurrezione».
Credo che mai come quest’anno desidereremo celebrare la Pasqua (anche se sarà in forma ridotta) per sperimentare la potenza di Gesù Risorto che ha vinto la morte e la sofferenza.
L’augurio che faccio è che, man mano – speriamo – torneremo ad una certa normalità, possiamo valorizzare di più la vita, la fede, l’amore, sentendoci maturati da questa esperienza.
Troverete in questo Bollettino programmi solo abbozzati; non è possibile proporli più precisi. Ci saranno senz’altro cambiamenti rispetto a ciò che qui è previsto. Accettiamo ancora anche questo disagio, come «medicina» per riprendere e gustare la vita comunitaria. Sì, spero proprio che torneremo a pregare insieme e a celebrare numerosi: molti o per giusta prudenza (adulti e anziani) o per pigrizia (bambini e ragazzi) hanno perso la strada della chiesa…
Nel frattempo dovrebbero iniziare i lavori interni di restauro di S. Maria delle Grazie (Battistero) che resterà chiusa per circa un anno. Poi, a Dio piacendo, inizieranno quelli - ancor più impegnativi – della Collegiata. E nei due anni circa di questi ultimi lavori, useremo il Battistero rinnovato per le Celebrazioni ordinarie (compresa la domenica). E poi, se Dio vorrà, ci ritroveremo a frequentare le nostre chiese nel loro splendore quasi originario: sarà un piacere umano e spirituale che riguarderà noi e le future generazioni. E, allora, diventerà una Pasqua attesa e desiderata. Il Signore ci aiuti!

don Gian Pietro