Bollettino autunno 2022 - editoriale

Vestigia di storia e gioiello d’arte

Carissimi,
come saprete, sono finiti i restauri interni del nostro antico Battistero, denominato precisamente Chiesa della Beata Vergine e di S. Giovanni Battista.
Presto inizieremo a usarlo nei giorni feriali e fra un paio di mesi, completate le procedure di appalti, concorsi e delibere, chiuderemo la Collegiata per la terza fase degli impegnativi interventi di restauro al complesso monumentale (la prima ha interessato la parte esterna: facciate e tetti; la seconda, appunto, l’interno del Battistero; la terza e ultima – almeno per la nostra generazione – sarà l’interno della Collegiata calcolata sull’arco di 18-24 mesi). Durante quel periodo useremo il Battistero anche per le Messe ordinarie della domenica (sono calcolati almeno 80 posti con il raddoppio eseguito ad arte degli storici banchi), spostandoci all’Oratorio (Salone Giona) per le Solennità. In queste settimane si sta eseguendo un accesso adeguato per disabili, anziani con difficoltà motorie e carrozzine, sul retro a partire dal giardino della Nunziatura.
Per adesso parliamo del Battistero, prevedendo poi una adeguata «inaugurazione» ufficiale. Il risultato del restauro è sotto gli occhi di tutti: bello, elegante, armonioso, pulito, luminoso.
Con il Consiglio parrocchiale avevamo il forte desiderio di recuperare e rendere visibile l’antica vasca battesimale, sotto il pavimento, documentata già nel 6° secolo. È qui (e solo qui) che avvenivano i Battesimi nei diversi secoli in cui Balerna era la Pieve (Chiesa Madre) del Basso Mendrisiotto. I documenti la definiscono «in forma di sepolcro» (la immagino a forma di croce, con i gradini per scendere e risalire nei Battesimi per immersione). Indagini sotto il pavimento e ricerche con apparecchiature geo-radar hanno vagamente evidenziato solo dei rimasugli di materiale povero (sassi, mattoni), segno che quando, nel ‘500, si è realizzata l’attuale pesantissima vasca, si è dovuto preparare un fondamento solido, distruggendo il precedente manufatto probabilmente paleo-cristiano (uno dei più antichi della Svizzera).
Per noi oggi è bello (da vedere e da usare) il fonte battesimale che è l’elemento centrale dell’edificio e che dà un significato particolare alla chiesa, anche subito entrando.
Per la descrizione storico-artistica prevediamo delle pubblicazioni (fatte da competenti) che illustreranno il nostro monumento eccezionale.
In questa sede, mi limito a segnalare il restauro del polittico in pietra, realizzato (1490-1500) dai Rodari di Maroggia, tra i più famosi artisti lombardi di quell’epoca. Rappresenta, sopra, la Crocifissione e, sotto, la Madonna col Bambino tra i santi Vittore e Stefano. Un’opera «gemella» si trova nel Duomo di Como. Fino all’inizio del ‘700 era la pala dell’altare maggiore della Collegiata (abside romanica). Poi fu spostata nel Battistero quando la Collegiata è stata ampliata e barocchizzata.
Il risultato del restauro (rimozione di una verniciatura scura che copriva tutto il trittico, ripristino parziale e delicato dei colori) è davvero eccellente. È forse il gioiello più prezioso del Battistero.
La seconda opera d’arte che segnalo è la Madonna col Bambino (tiene in mano, curiosamente, una grossa pesca) che fa da pala d’altare nella cappella principale. È quella che i balernitani chiamano “Madonna delle Grazie” e che viene invocata con molta devozione. Lo testimoniano i numerosi ex-voto depositati. È stata dipinta nel 1625 ed è attribuita a Isidoro Bianchi di Campione. Dolce, tenera, materna, continuerà a «vegliare» sulla nostra comunità.
Per le altre preziose opere (affreschi del secolo 17° sulla vita di Giovanni Battista, attribuiti al Giorgioli; tele coeve di Francesco Innocente Torriani, relative alla nascita dello stesso Giovanni; altre tele di artisti diversi affisse sulle pareti; vetrate policrome d’inizio ‘900, anche queste spostate dalla Collegiata, ecc.) rimando alle pubblicazioni che seguiranno.
Infine, un accenno alla volta (cupola) che viene riprodotta nella foto di copertina. È un’opera grandiosa e quasi temeraria. Infatti… è crollata e rifatta due volte: 1844 e 1927. Adesso, dopo i restauri, appare nella sua originaria bellezza. E mi piace guardarla come un abbraccio divino che accompagna la storia millenaria della nostra comunità, in particolare le migliaia e migliaia di persone ivi battezzate. La colomba dello Spirito Santo che appare al centro, precisamente sopra la vasca battesimale, possa farci sentire protetti e illuminati dallo Spirito di Dio che veglia sui nostri passi, sulla nostra vita di cristiani.
Termino solo accennando, a nome di tutta la comunità (lo si farà più convenientemente a tempo opportuno), a doverosi e sentiti ringraziamenti: all’attivo Consiglio parrocchiale, al meticoloso architetto Raffaele Cavadini, al vigilante Ufficio Cantonale dei Beni Culturali, alle brave ditte che hanno lavorato con competenza ed eccellenza nei vari ambiti, alle autorità comunali, cantonali e federali per la concessione degli importanti sussidi. E infine alla cara Guglielmina Pedroni che con la sua precisa destinazione ereditaria ci ha permesso di continuare senza interruzione questa avventura impegnativa e costosa, che - senza il suo generoso aiuto - sarebbe durata decenni (come avviene solitamente nei restauri delle chiese).
In attesa di trovarci in preghiera e in fraternità nella nostra bella e raccolta chiesetta, vi auguro un buon nuovo anno pastorale.


Don Gian Pietro